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24 settembre, 2012

MARMELLATE E CONFETTURE: tutto il dolce della frutta


Da bambina adoravo quell’odore, mi fermavo entusiasta sull’uscio di casa e lo respiravo a pieni polmoni: profumo di frutta e zucchero soltanto, che bollivano pigramente in un pentolone sotto l’occhio vigile della nonna.

Sono cresciuta in campagna, dove tutto è scandito dal ritmo delle stagioni e in casa c’è sempre un gran da fare per conservare al meglio e il più a lungo possibile i frutti della terra, affinché nulla venga sprecato e la loro bontà non manchi in tavola neppure quando non è più tempo. Nascono così le verdure sott’olio, i pomodori secchi e le bottiglie di passata, preparate in agosto e riposte in dispensa per l’inverno. Ed è un’antica astuzie delle brave massaie l’origine di tante deliziose marmellate e confetture di frutta.

In un post di qualche tempo fa, mio marito Sandro e mio figlio Walter hanno presentato un piccolo speciale sugli alberi da frutto. Beh, vorrei offrire anch’io il mio contributo, raccontandovi qualche ricetta di dolci preparazioni che, al momento opportuno, potreste realizzare con i frutti del vostro orto!
Ne ho scelta qualcuna da un vecchio quaderno di cucina (che puntualmente rispolvero non appena ho qualche cassa di frutta matura in casa), ma ricordate che la marmellata si può fare davvero con tutto!! Basta rispettare la giusta proporzione tra zucchero e frutta: tra i 35 e i 50 g al massimo per ogni etto.

Del resto di varietà d’alberi da frutto ce ne sono tantissime. E per chi desidera metter su o arricchire il suo frutteto, in vivaio non c’è che l’imbarazzo della scelta: meli, peri, limoni e aranci, chinotti, alberi di mapo e lime, albicocchi, susini, peschi, ciliegi, cachi, noci, castagni, noccioli e alberi da frutto più particolari come giuggioli, meli cotogni, sorbi, passiflora, susincocchi, nespoli di Germania e tanti altri ancora…

Giuggiolo
Marmellata di agrumi
2 kg di arance, 2 limoni, 3 kg di zucchero

Lavate le arance e i limoni, tagliate la polpa a pezzi e raccogliete i semi in un sacchetto di garza.
Frullate gli agrumi e versate in una pentola d’acciaio con 2 litri di acqua fredda e aggiungete il sacchetto con i semi.
Fate bollire a fuoco medio per 1 ora, mescolando di frequente con un cucchiaio di legno. Quindi abbassate la fiamma e aggiungete lo zucchero, mescolando con cura. Quando lo zucchero sarà ben sciolto, alzate nuovamente la fiamma, portate a ebollizione a lasciate cuocere  altri 20 minuti. Spegnete.
Versate la marmellata fredda nei vasetti a chiusura ermetica sterilizzati. Conservate la marmellata in un luogo fresco e buio, al massimo 6 mesi.

Confettura di cachi
1 kg di cachi ben maturi, 800 g di zucchero, 1 limone, poche gocce d’aroma di vaniglia, 1 bicchierino di rum

Lavate, asciugate il limone e tagliatelo in due: una metà spremetela togliendo i semi, mentre l’altra tagliatela a fettine sottili.
Sbucciate i cachi, eliminate semi e filamenti e tagliateli a pezzi in una terrina, coprendoli con il succo e 3 fettine di limone.
Dopo qualche minuto togliete le fettine di limone e versate il tutto in una pentola che metterete sul fuoco a fiamma moderata, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
Quando la polpa sarà divenuta liquida, unite lo zucchero e continuate la cottura, finché il composto non avrà assunto un colore quasi trasparente. Quindi aggiungete la vaniglia, il rum e fate cuocere altri 10 minuti.
Versate la confettura di cachi ancora calda nei vasetti ermetici sterilizzati e lasciate riposare, al fresco e al buio, per almeno un mese prima di consumarla.

Confettura di castagne
2 kg di castagne belle grosse, 1,5 kg di zucchero, 1 arancia, 1 limone, 1,5  bicchierino di rum, 2 bastoncini di vaniglia

Lavate le castagne e incidete la buccia, quindi fatele bollire per circa 1 ora insieme alla scorza del limone e dell’arancia.
Sbucciatele, pelatele e passatele sino ad ottenere un purè.
Pesate il composto e, in una pentola, sciogliete  un’equivalente quantità di zucchero e 1 bicchiere d’acqua per ogni ½ kg di zucchero. Aggiungete la vaniglia e mescolate continuamente fino a ottenere uno sciroppo denso, nel quale unirete il purè di castagne (eliminando i bastoncini di vaniglia).
Cuocete a fuoco basso per 30 minuti, mescolando spesso, versate il rum e continuate la cottura ancora un po’.
Versate la confettura di catagne ancora calda nei vasetti ermetici sterilizzati e lasciate riposare, al fresco e al buio, per almeno un mese prima di consumarla.

Confettura di fichi interi
1 kg di fichi grossi e maturi, 600 g di zucchero, 1 limone, cognac

Preparate uno sciroppo facendo bollire, a fiamma bassa e mescolando continuamente, lo zucchero in 2 litri d’acqua insieme alla buccia del limone.
Togliete la buccia e immergete delicatamente i fichi interi, ben lavati, nello sciroppo. Fate cuocere sempre a fuoco lento per 15 minuti, mescolando di tanto in tanto e avendo cura di non rompere i fichi.
Versate la confettura nei vasetti ermetici sterilizzati, aggiungendo in ognuno un cucchiaino di cognac. Lasciate raffreddare lentamente, coperti da un panno spesso. Prima di consumarla, abbiate la pazienza di aspettare almeno un mese. Conservate sempre al riparo da luce e calore.

Confettura di pere e noci
1 kg di pere, 100 g di gherigli di noci, 350 g di zucchero, un chiodo di garofano, 1 limone, una bustina di zafferano, un pezzetto di cannella

Lavate e sbucciate le pere, tagliatele a pezzi e mettetele in una terrina con il succo del limone.
In una pentola mettete 2 litri d’acqua, le pere, lo zucchero, la cannella, il chiodo di garofano e lo zafferano. Portate a bollore e lasciate cuocere per 30 minuti, mescolando con il cucchiaio di legno.
Tritate le noci, unitele al composto e fate cuocere altri 10 minuti.



19 settembre, 2012

ULIVO E VITE, sapori e cultura della nostra terra

Un filo d’olio extravergine d’oliva per rendere speciale il gusto d’ogni pietanza e un bicchiere colmo di vino sono, da sempre, il modo migliore per raccontare il nostro Bel Paese, dove il clima mite, la bellezza della natura e un inestimabile tesoro di storia e tradizioni nutrono i più autentici piaceri della vita.

Da buoni agricoltori, ancor prima che fiorai e vivaisti, siamo orgogliosi di accompagnare chiunque lo desideri alla scoperta dell’ulivo e della vite: due piante semplici e popolari, ma tanto preziose per la nostra identità.
Così, tra i filari di alberi da frutto che ospitiamo nella nostra azienda, un posto d’onore spetta a loro!



Le piante d’ulivo disegnano il paesaggio del bacino del Mediterraneo: il tronco è grigio e nodoso, le fronde leggere riempiono la chioma che, negli esemplari secolari, può raggiungere i 12-15 metri di diametro, mentre l’altezza sfiora i 20. Le foglie sottili e lanceolate sono di un caratteristico colore verde scuro sul lato superiore e argenteo sull’altro.
Ama il sole che, più d’ogni altra cosa, nutre la bontà dei suoi frutti: le olive.

Nei poderi di Bartoli Garden crescono ulivi di numerose varietà e taglie: si va da piantine col fusto magro come un dito, che costano appena pochi euro, ad alberi grandi e robusti che hanno raggiunto la piena produttività e il cui prezzo di vendita si aggira intorno ai 250-300 euro, sino ad arrivare a veri e propri esemplari da migliaia di euro.





A chi si approccia alla vita in campagna o semplicemente desidera trasformare il suo giardino in un piccolo uliveto, offriamo la nostra consulenza per la scelta della cultivar più adatta alla collocazione e al terreno. In linea di massima, le cultivar tipiche della nostra zona sono leccino e frantoio, che rendono molto in quantità e qualità, se messe a dimora in un terreno più umido, e la rinomata itrana, amante della montagna e della sua terra piuttosto dura e asciutta.

Oltre alle olive da olio, sanno dare una certa soddisfazione gastronomica anche le olive da tavola: tra le più conosciute ci sono l’ascolana, l’uovo di piccione, la Santa Caterina e la bella di Cerignola. Il nostro consiglio è quello di inserire qualcuna di queste varietà anche un in uliveto destinato alla produzione d’olio, dal momento che svolgono un’importante funzione impollinatrice.

Non ci sarà molto da fare, ma nel caso di trattamenti e concimazioni stileremo insieme un calendario dei lavori per arrivare pronti al momento più atteso: la raccolta.

Si comincia di questi tempi. A fine settembre o, a seconda delle annate, nei mesi d’ottobre e novembre le olive devono essere staccate dall’albero quando sono ancora verdi e perfettamente sane. È questo il disciplinare dell’olio buono, con bassa acidità e un ricco bouquet aromatico.



La molitura deve avvenire il prima possibile, l’ideale è nelle 24 ore successive alla raccolta. Dopo alcuni giorni di decantazione o chiarificazione, si ha così l’olio novello, particolarmente profumato, dal gusto intenso e piccante.

Per conservare al meglio l’olio extravergine d’oliva è necessario proteggerlo da luce, calore, ossigeno e odori: l’ideale è utilizzare bottiglie di vetro scuro o, per grandi quantità, in acciaio inox.

Fino a un anno l’olio è definito ‘giovane’ e, a differenza del vino, è questo il momento migliore per consumarlo. Anno nuovo, olio nuovo.




Anche per ciò che riguarda la viticultura siamo sempre molto felici di offrire consigli e supporto tecnico a chi vuole dedicarvi tempo e amore. In vivaio abbiamo davvero ogni varietà di vite, per uva bianca e rossa, da tavola e da vino. Tutte le barbatelle presenti hanno portainnesti adeguati alla nostra zona e su richiesta effettuiamo soluzioni personalizzate.

Quest’anno la vendemmia può già dirsi conclusa. Tra poco le viti saranno a riposo, ma è questo il periodo giusto per mettere ordine nella vigna, pulendo e sistemando le viti mature e ponendo a dimora le nuove piantine. Prima che venga il freddo, avranno così il tempo di mettere le radici e, al risveglio in primavera, saranno subito pronte per partire con vegetazione e frutti.





19 aprile, 2012

Orto sul balcone. L’ABC per costruirsi uno sfizioso kitchen garden


Nata come moda di nicchia, con il tempo ha conquistato sempre più appassionati. Sarà che dedicare un po' di tempo alle piante aiuta a scaricare la tensione dal lavoro, sarà che vedere ricompensate le proprie fatiche è quanto di più appagante ci sia al mondo, sarà che addentare un pomodoro appena colto e riscoprire sapori ricchi e pieni che rimandano alla propria infanzia è meglio di qualsiasi terapia antistress, ma quel che è certo è che a noi questa moda piace!!!

Prendersi cura di un orto non richiede poi particolari “doti contandine”: basta avere uno spazio da destinare e un po' di tempo da dedicare (neppure tanto, dipende dalle dimensioni che vorrete dare a quest'avventura). Si può cominciare anche con poco, lattuga, rucola, cicoria o bietolina a seconda della stagione, oppure appassionarsi e lanciarsi in “grandi sfide” per arrivare a produrre pomodori, melanzane e peperoni.

“Mi piacerebbe, ma mi dispiace rinunciare ai fiori” è la frase che più spesso viene detta da chi è ancora indeciso. Sbagliato. O per lo meno non del tutto vero. Provate a coltivare piselli, fragole, zucchine, senza dimenticare il rosso dei pomodori maturi o il giallo dei peperoni e non potrete di certo dire che il vostro balcone sia “solo verde”!

Cosa occorre?


  • Un balcone o terrazzo, meglio se esposto al sole per almeno 4-5 ore al giorno
  • Vasi o vaschette in plastica o in terracotta
  • Terriccio
  • Un piccolo kit per il giardinaggio fai da te: guanti, paletta per il rinvaso, antiparassitari, concime e un calendario per poter scegliere le piantine da orto del periodo.

Come procedere?

Prima di tutto stabilite cosa volete produrre e poi pianificate la disposizione dei vasi. Tenete presente che solo per alcune piante occorrerà coltivarle singolarmente, come nel caso del rosmarino o della salvia, l'erba cipollina potrà essere piantata con il peperoncino, mentre timo, origano e mentuccia potranno stare tranquillamente insieme, come pure basilico e prezzemolo.
Per tutte, a esclusione delle piante perenni, non abbiamo bisogno di vasi molto grandi o per meglio dire molto profondi, dal momento che ottimi risultati si ottengono anche con vaschette da 25-30 cm.

Se decidiamo di piantare insalata, non dobbiamo pensare che le piante debbano stare troppo larghe. Possiamo intervallare lattuga e canasta e aggiungere le piante a distanza di un paio di settimane per avere una cadenza temporale più lunga nell'uso della stessa vaschetta.
(ad esempio, è possibile piantare tre piante di lattuga in una vaschetta lunga 60 cm e dopo quindici giorni inserire negli spazi due piante di canasta).

Pomodori, cetrioli, melanzane e peperoni hanno bisogno di più terra a disposizione: occorrerà usare vasi con almeno 40-50 cm di profondità e rispettare una distanza tra le piante di almeno 40 cm.

Il terriccio deve essere soffice, fresco e ben drenato, le irrigazioni regolari e non eccessive. È bene sempre controllare il livello di umidità del terreno, inserendo un dito nel terriccio e non limitarsi a un'osservazione sommaria. Fate attenzione ai ristagni d'acqua, perché possono causare gravi danni alle radici delle piante vanificando tutte le nostre “fatiche”, per cui è bene non far riempire il sottovaso e nel caso questo accadesse svuotarlo.

Osservate le vostre piante quotidianamente: un eventuale attacco di parassiti può a volte essere debellato, uccidendo i primi esemplari che si presentano senza ricorrere a rimedi chimici. Anche irrorare le piante con prodotti a base di rame può aiutare moltissimo contro le più comuni malattie delle piante da orto.


Ed ecco una piccola anteprima delle piantine 'orto pronto' che potete trovare presso il nostro vivaio, tra cui scegliere ortaggi e aromatiche che più fanno al caso vostro...

melanzana

pomodoro
peperone 
basilico
rosmarino
origano
timo
menta
sedano

Per qualsiasi curiosità o problema siamo ovviamente a completa disposizione di chiunque vorrà servire a tavola un contorno prodotto con le proprie mani!

22 agosto, 2011

IL PEPERONCINO, bontà e poteri della spezia più amata della cucina mediterranea

Originario delle Americhe, la sua storia è legata a quella degli antichi popoli Maya e Azteco, prima che le navi di Cristoforo Colombo lo portassero sulle nostre tavole. È il peperoncino, conosciuto allora come il ‘pepe delle Indie’, che in numerose varietà dolci, piccanti o solamente ornamentali è presto divenuto una delle spezie più diffuse al mondo.


La pianta di peperoncino è, infatti, facilmente coltivabile quasi ovunque: è sufficiente gettare i semi in un terreno ben drenato e piuttosto sabbioso e innaffiare con frequenza ma senza provocare ristagni d’acqua. Il cespuglio d’altezza media, con le foglie verdi e allungate e i fiorellini bianchi, quando arriva l’estate regala i suoi abbondanti frutti: piccoli e grandi, oblunghi o tondeggianti, i peperoncini giocano con un’accesa tavolozza di colori, dal giallo al rosso, dal verde al viola e persino al nero e differenziano il loro sapore lungo ricca una scala di piccantezza.






Il loro impiego è assai diffuso nelle cucine sudamericane, orientali e africane, in cui abbondano i piatti piccanti, e ha conquistato un posto d’onore anche nella tradizione gastronomica italiana. Soprattutto le regioni del sud amano impreziosire salumi e preparazioni tipiche con peperoncini intrisi di un rapporto speciale con queste calde terre. Veri e propri cult dell’ospitalità made in Italy sono le generose porzioni di penne all’arrabbiata o spaghetti aglio, olio e peperoncino con cui s’improvvisano tavolate in cui non c’è alcuna difficoltà ad aggiungere uno o dieci posti a sedere, mentre l’ingegno delle massaie ha collezionato preziose ricette per la conservazione del frutto piccante: peperoncini essiccati in caratteristiche coroncine, in polvere, sott’olio e sott’aceto.

Come se non bastasse, alla bontà in cucina il peperoncino aggiunge una lunga lista di proprietà benefiche per la salute. I dati scientifici ne dimostrano poteri disintossicanti, depurativi, disinfettanti e digestivi. Aiuta la vasodilatazione e contribuisce alla prevenzione di arteriosclerosi e malattie cardiovascolari, artriti, artrosi e reumatismi. Affascinanti sono le teorie che gli riconoscono un possibile ruolo nella lotta ai tumori o contro la depressione.
Se poi non è il caso di abusarne quando si soffre di acidità di stomaco, ulcera, epatite, cistite e emorroidi, è pur vero che gli effetti benefici del peperoncino si estendono al campo dell’estetica: secondo le ultime tendenze, maschere di bellezza, impacchi e massaggi combattono la cellulite e favoriscono il ringiovanimento della pelle. Né manca chi, di tanto in tanto, ne sottolinea gli effetti afrodisiaci del consumo di peperoncino!


11 gennaio, 2011

ALBERI DA FRUTTO: piantumazione e potatura

Di questi tempi giardini e orti dormono sotto la coltre di una natura pigra e infreddolita.
Gennaio è il mese delle pulizie invernali, quando si tagliano e si bruciano gli scarti delle vecchie coltivazioni per scongiurare il pericolo degli attacchi di malattie fungine, ma anche il momento di progettare ad arte le colture che ci daranno grandi soddisfazioni nella prossima primavera e in estate.

Nella nostra lezione di giardinaggio, o forse sarebbe meglio dire di orticoltura, seguiremo da vicino la messa a dimora delle piante da frutto che fra qualche mese ci regaleranno deliziose ciliegie, nespole, susine e albicocche, succulente pesche, fichi e quant’altro solleticherà il vostro pollice verde in versione gourmet!



La piantumazione

Regola n. 1: Al momento dell’acquisto, controllate che le piante siano state ben conservate in vivaio: no ad alberi con fusto troppo grande rispetto al contenitore, no a ferite e brutti segni e no soprattutto a esemplari che non siano perfettamente sani e preservati da attacchi parassitari e malattie d’ogni sorta.

Regola n. 2: Studiate la disposizione degli alberi del vostro frutteto, prevedendo lo spazio che ognuno andrà a occupare nel pieno dello sviluppo.

Regola n. 3: Ricordate che sono essenzialmente due gli errori più pericolosi che dovrete evitare di commettere: mettere a dimora la pianta a una profondità eccessiva e distribuire il concime a diretto contatto con le radici. Ma non preoccupatevi, basterà eseguire con attenzione le istruzioni che vi darò in corso d’opera.

Si comincia!
 (A patto però che il terreno non sia troppo umido, altrimenti dovrete attendere qualche giorno di secca)

·      Scavate una buca piuttosto grande (circa 80-100 cm) e profonda (circa 60-80 cm).



·      Disponete sul fondo una manciata di stallatico (20-30 g). 


Il concime organico in questo caso è ideale perché, oltre a incrementare la fertilità del terreno, apporta un’enorme quantità di microrganismi utili alla trasformazione del suolo a favore delle piante.


·      Coprite con il terriccio (circa 10 cm), proprio per impedire il contatto diretto con le radici.


·      Togliete la pianta dal vaso e posizionatela al centro della buca, badando che sia allo stesso piano del terreno.


Non più di così!


·      Mettete un paletto-tutore e legate il fusto della pianta in due o tre punti, secondo l’altezza.



·     Finite di coprire la buca, facendo pressione con i piedi vicino alla pianta per ben assestare il terriccio sulle radici.




Et voilà!



La cura

Concimazione
Dopo la distribuzione di concime organico in occasione della piantumazione, il prossimo appuntamento per dare nutrimento agli alberi da frutto sarà la seconda metà di febbraio con l’inizio dell’attività vegetativa.

Innaffiamento
Il periodo invernale è caratterizzato da un clima umido e piovoso, che ci esonera dall’innaffiare giardini e orti. Solo nei rari di oltre quindici giorni d’assenza di piogge, si rende necessario l’intervento dell’uomo.
Con l’arrivo della bella stagione, invece, l’acqua va data a tutte le nostre piante con maggior frequenza, sino a raggiungere durante l'estate la regolarità di un impegno quotidiano.

Trattamenti fitosanitari
In inverno, quando la pianta è priva di vegetazione, è opportuno somministrare trattamenti a base di verderame contro l’insorgenza di malattie fungine, da ripetere all’incirca ogni 30-40 giorni.
Nel caso di peschi e albicocchi, consiglio anche un trattamento specifico antibolla, da ripetere alla comparsa delle prime gemme.


La potatura

Dalla metà di gennaio alla fine di febbraio si delinea uno dei periodi migliori per procedere alla potatura degli alberi da frutto (e non solo).
Nella stagione fredda, infatti, le piante disperdono meno energie e hanno una maggiore capacità di rimarginare le “ferite”. Non di meno conto è la perfetta visibilità della struttura che, priva di foglie, permette di individuare più facilmente i punti di taglio.
Parlavo però della fine di gennaio e  del mese di febbraio proprio perché, sebbene non sia ancora ricominciata l’attività vegetativa, la temperatura non è ai minimi invernali e si riduce il rischio di gelate.


Cos’è
La potatura è la delicata operazione con cui si accorciano o addirittura si eliminano alcune parti della pianta, allo scopo di:
·      garantire la crescita armonica e controllarne lo sviluppo nella forma più opportuna
·      rinnovare la vegetazione con una più giovane e sana
·      creare le condizioni per una maggiore e migliore produzione di fiori e frutti


Come si fa
C’è da dire che, in linea di massima, le piante giovani e con poche ramificazioni necessitano di una potatura radicale che le rafforzi, mentre le più vecchie vanno semplicemente sfoltite in modo da eliminare i rami deboli, malformati o comunque danneggiati.

In secondo luogo, per eseguire una potatura corretta è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’esemplare in questione e definire con precisione l’obiettivo da raggiungere: una potatura a fini ornamentali è ben diversa da una che si prefigge il ringiovanimento di una pianta, che sia stata magari trascurata per qualche tempo, o da un intervento di ordinaria manutenzione per pulire semplicemente la chioma dai rami secchi e vecchi.

Ecco alcune semplici regole della potatura:

La prima operazione è una pulizia generale da tutte le parti secche o malformate.
Fatta questa, scegliete ora ulteriori punti di taglio, in considerazione delle funzioni delle gemme e quindi di quelli che saranno gli effetti desiderati post-potatura.
Bisogna infatti distinguere tra:
·     gemme apicali, che si trovano all’estremità del fusto e dei rami, sono più vigorose e si sviluppano rapidamente: tagliarle significa privilegiare le gemme sottostanti e far sì che la pianta cresca più in larghezza che in altezza;
·     gemme laterali, spesso dormienti perché inibite dall’apicale, sono quelle da cui possono svilupparsi germogli laterali: tagliare il ramo sopra di esse significa indirizzare la crescita della pianta in una direzione piuttosto che un’altra;
·     gemme a legno e gemme a fiore: le prime sono più piccoline, spesso laterali e danno vita a germogli vegetativi, mentre le seconde sono più grosse, scure e il più delle volte apicali. La potatura serve a dosare con equilibrio le une e le altre in funzione dei nostri obiettivi.

Procedete, facendo attenzione che ogni taglio

·     avvenga a circa 6-7 mm sopra la gemma. Troppo vicino potrebbe danneggiarla, mentre più distante crea un moncone che facilmente si secca e s’indebolisce, divenendo preda di parassiti e infezioni;
·     abbia un’angolatura di 45°, inclinato verso il basso dalla parte opposta della gemma;
·     sia netto o, se eseguito ad esempio con una sega a causa della grandezza del ramo, venga rifilato sino a rendere la superficie liscia;
·    qualora sia di grosse dimensioni, venga disinfettato e protetto con un mastice cicatrizzante per evitare infezioni e danni provocati dal gelo.




Io adoro la vita di campagna! E voi?


Alla prossima,
Sandro Bartoli


06 luglio, 2010

IL MESTIERE DI FIORAIO. Quando il punto vendita diventa una vetrina di emozioni...


Da qualche anno a questa a parte, accade sempre più di frequente che qualcuno si svegli al mattino e, considerando il solo fatto di possedere una buona dose di gusto estetico e pollice verde, decida di aprire un negozio di fiori.
Il fioraio, in realtà, è un mestiere complicato.


È questo l'incipit dell'intervista a Emilio Preziosi, fioraio figlio di fiorai che, dopo aver studiato e fatto esperienza nell'azienda di famiglia, è stato uno dei fondatori della Scuola Federfiori ed è oggi un professionista innamorato del proprio lavoro in Pianetafiore, dedito alla formazione del personale ed alla progettazione dei punti vendita.


Quali sono le competenze per lavorare con successo nel settore floreale?
Mi lasci passare l'esempio dello scrittore: per scrivere un best seller il nostro caro autore non avrà avuto solo qualche idea, per quanto geniale, ma avrà cominciato con l'andare a scuola per imparare l'alfabeto, la grammatica, le regole della sintassi e gli artifici della retorica...
E ancora, avrà letto libri di altri autori, si sarà esercitato a lungo e avrà accumulato un pesante bagaglio di esperienze formative. Voglio dire, l'estro ed il talento personali sono il valore aggiunto che, alla fine, fa la differenza.
Come ogni artista però, il fioraio ha bisogno di dare alla sua creatività gli strumenti con cui esprimersi: in una bella composizione floreale ci sono nozioni di matematica e geometria, il sapiente esercizio della tecnica del colore, oltre ovviamente alla perfetta conoscenza del “carattere” di ogni fiore, che lo rende magari adatto ad uno stile formale, decorativo o vegetativo piuttosto che ad una composizione lineare o libera.


Tra le sue ultime creazioni c'è il nuovo show room Bartoli Garden, dove il lavoro svolto in qualità di designer e consulente aziendale è stato determinante per rinnovare l'immagine dello storico vivaio di Terracina.

Quali sono state le linee guida di questo progetto?
I fiori sono un bene voluttuario e, per quanto possiamo stare qui a celebrarne benefici e vantaggi dell'acquisto, è chiaro che se ne può fare tranquillamente a meno.
Quando le persone si accostano ai fiori è una sola la carta vincente: l'impatto emotivo.
Progettare un punto vendita, oggi, significa costruire percorsi di accoglienza, stupore e persuasione dei visitatori.


Lo show room Bartoli Garden rispetta una molteplicità di regole che ne fanno una vera e propria vetrina di emozioni:

Armonia. È l'elemento essenziale affinché il cliente si trovi in una condizione di serenità e tranquillità d'animo tale da facilitare la visita del punto vendita e la ricerca del prodotto adatto a soddisfare la propria specifica esigenza.
Dominate l'eterogeneità di forme e colori dovuta all'ingente quantità di fiori, piante ed accessori presenti, creando percorsi ed angoli tematici sulla base di cromatismi e stili.

Contesto. Prima di allestire un negozio di fiori e piante, bisogna prendere coscienza del fatto che quel che vogliamo vendere è esattamente ciò che servirà ai nostri clienti per rendere più bello ed accogliente il loro ambiente.
Mettete in scena vere e proprie esposizioni, in cui l'accostamento tra fiori, piante ed i complementi d'arredo sia l'espressione del risultato finale che essi possono ottenere a casa, in giardino, in ufficio e ovunque desiderino arredare con il verde.

Presentazione. Un fiore in vaso di vetro con gambo a vista ed acqua limpida vale un euro in più dello stesso, infilato distrattamente in un comune vaso di plastica bianca.
Prestate la massima attenzione al contenitore e a tutto ciò che può valorizzare ogni singolo fiore o piante: sono questi piccoli dettagli a fare una grande differenza.

Pulizia. Sembra scontato, eppure non è così. Quante volte ci è capitato di spostare una pianta e notare l'orrendo segno sul pavimento lasciato dal suo vaso sporco di terra e dimenticato lì da chissà quanto tempo?
Curate la pulizia e l'ordine nel vostro punto vendita in maniera persino maniacale.
È indice di precisione, sicurezza e affidabilità.

Servizi, servizi, servizi. La soddisfazione del cliente non è data solo dalla bellezza del fiore che forse deciderà di comprare, ma dal piacere che sarà in grado di dargli l'esperienza vissuta in ogni fase della relazione con noi.
Accogliete i clienti con il sorriso, parlate con loro e siate generosi di informazioni e consigli, offrite consulenza, consegne a domicilio, assistenza post vendita.
Ascoltate le richieste e i desideri di ognuno ed organizzate servizi su misura perché possiate esaudirli con la massima efficienza.