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14 ottobre, 2011

LA VIOLA, quel tocco romantico che scalda l’inverno


È un dolcissimo pensiero d’amore raccontato da tantissime leggende, come quella secondo la quale fu colpita da una freccia del bel dio Cupido. Dal mito greco, che ne fa il fiore creato da Zeus per nutrire la sua amante Io divenuta una giovenca, alla storia di Napoleone e l’imperatrice Josèphine Beauharnais, nell’immaginario collettivo la viola è soprattutto questo: un elegante dono a cui affidare i sentimenti più intimi.

Per chi volesse dare un tocco di romanticismo al proprio balcone o giardino, che scaldi il cuore del rigido inverno ormai in arrivo, è proprio ottobre il mese migliore per piantare viole del pensiero dal fiore grande e i colori sgargianti, profumate mammole e piccole viole cornutelle.

Queste piante perenni, infatti, prediligono un clima fresco e non temono gelate. Forti per natura e nient’affatto bisognose di cure particolari, le viole vanno innaffiate con misura (evitando rigorosamente ristagni d’acqua nel terreno) e il concime è ciò che più d’ogni altra cosa le aiuta per una fioritura ricca e vivace.

Meravigliosa è la tavolozza a cui i cinque petali attingono intense tonalità e sfumature di giallo, arancio, viola e persino bordeaux.

Non resta che ammirarne le numerossime varietà e scegliere la vostra preferita, certi di poter anche ‘esagerare’ nell’acquisto: la viola in vaso con diametro 10 cm costa appena 50 cinquanta centesimi!
























22 agosto, 2011

IL PEPERONCINO, bontà e poteri della spezia più amata della cucina mediterranea

Originario delle Americhe, la sua storia è legata a quella degli antichi popoli Maya e Azteco, prima che le navi di Cristoforo Colombo lo portassero sulle nostre tavole. È il peperoncino, conosciuto allora come il ‘pepe delle Indie’, che in numerose varietà dolci, piccanti o solamente ornamentali è presto divenuto una delle spezie più diffuse al mondo.


La pianta di peperoncino è, infatti, facilmente coltivabile quasi ovunque: è sufficiente gettare i semi in un terreno ben drenato e piuttosto sabbioso e innaffiare con frequenza ma senza provocare ristagni d’acqua. Il cespuglio d’altezza media, con le foglie verdi e allungate e i fiorellini bianchi, quando arriva l’estate regala i suoi abbondanti frutti: piccoli e grandi, oblunghi o tondeggianti, i peperoncini giocano con un’accesa tavolozza di colori, dal giallo al rosso, dal verde al viola e persino al nero e differenziano il loro sapore lungo ricca una scala di piccantezza.






Il loro impiego è assai diffuso nelle cucine sudamericane, orientali e africane, in cui abbondano i piatti piccanti, e ha conquistato un posto d’onore anche nella tradizione gastronomica italiana. Soprattutto le regioni del sud amano impreziosire salumi e preparazioni tipiche con peperoncini intrisi di un rapporto speciale con queste calde terre. Veri e propri cult dell’ospitalità made in Italy sono le generose porzioni di penne all’arrabbiata o spaghetti aglio, olio e peperoncino con cui s’improvvisano tavolate in cui non c’è alcuna difficoltà ad aggiungere uno o dieci posti a sedere, mentre l’ingegno delle massaie ha collezionato preziose ricette per la conservazione del frutto piccante: peperoncini essiccati in caratteristiche coroncine, in polvere, sott’olio e sott’aceto.

Come se non bastasse, alla bontà in cucina il peperoncino aggiunge una lunga lista di proprietà benefiche per la salute. I dati scientifici ne dimostrano poteri disintossicanti, depurativi, disinfettanti e digestivi. Aiuta la vasodilatazione e contribuisce alla prevenzione di arteriosclerosi e malattie cardiovascolari, artriti, artrosi e reumatismi. Affascinanti sono le teorie che gli riconoscono un possibile ruolo nella lotta ai tumori o contro la depressione.
Se poi non è il caso di abusarne quando si soffre di acidità di stomaco, ulcera, epatite, cistite e emorroidi, è pur vero che gli effetti benefici del peperoncino si estendono al campo dell’estetica: secondo le ultime tendenze, maschere di bellezza, impacchi e massaggi combattono la cellulite e favoriscono il ringiovanimento della pelle. Né manca chi, di tanto in tanto, ne sottolinea gli effetti afrodisiaci del consumo di peperoncino!


23 maggio, 2011

LE ROSE DI MAGGIO

Bianche, gialle, rosse e di ogni tonalità che va dal panna al rosa acceso, le rose sono i romanticissimi fiori che dal mese di maggio vestono d’eleganza i nostri giardini e terrazzi.

Classiche, nobili (ossia ricreate in laboratorio sull’esempio di specie antiche e molto profumate) o magari nostalgiche, dai fiori grandi e generosi di petali, tutte le rose appartengono a una delle quattro famiglie che ne determina dimensioni e portamento: ci sono infatti le rose rampicanti, le miniature, i cespugli e le rose tappezzanti.





Messa dimora in pochi, semplici passaggi



Coprite il fondo del vaso con 3/4 di concime.


Travasare la piantina e sistematela nel nuovo vaso.


Coprite con la terra, facendo una leggera pressione con le mani.


Innaffiate abbondantemente.


Terra, sole e acqua

Il terreno ideale per la messa a dimora delle rose è di tipo universale, piuttosto compatto, leggermente calcareo e senza ristagni d’acqua.
L’esposizione deve assicurare luce e calore del sole per buona parte della giornata.
Come abbiamo già sottolineato tante volte, non  esistono regole ferree per l’annaffiatura delle piante, poiché la migliore garanzia di fare bene si ha semplicemente ‘sentendo’ con le mani l’umidità del terreno e regolandosi di conseguenza perché non diventi mai né troppo secca né troppo bagnata. In primavera, le rose possono essere innaffiate un paio di volte a settimana, mentre con l’arrivo dell’estate la frequenza diventa prima a giorni alterni e poi tutti i giorni.



Se soffrono di…
Eccetto i pidocchi, che si combattono con la protezione costante di un insetticida somministrato mensilmente, le rose temono più d’ogni altra cosa le malattie funginee: peronospora, ruggine, oidio, muffe, ecc… L’ideale per assicurare ai nostri roseti salute e bellezza è ripetere, ogni mese, un trattamento che abbini all’insetticida sistemico un fungicida ad ampio spettro.




I fiori
A cominciare dalle dolci temperature di fine aprile, le rose fioriscono abbondantemente sino a novembre.
Un piccolo segreto, per stimolare ancor più la fioritura, consiste nel dimezzare la dose di concime normalmente indicata per somministrazioni bimestrali per darla invece alla pianta ogni 35-40 giorni. In secondo luogo, c’è l’effetto benefico di un’attenta pulizia: una volta appassito, il fiore va reciso tagliando il ramo sino al primo internodo, ossia il punto in cui si trovano le prime foglie.
Granulare o liquido, il concime deve contenere una buona dose di potassio, che favorisce la lunga vita del fiore e l’intensità del suo colore. Un altro accorgimento è nell’aggiunta di amminoacidi che, aumentando l’appetito della pianta, fanno sì che tutto il concime sia perfettamente assorbito.











Le più belle
Il mondo delle rose è un regno immenso e affascinante. Noi di Bartoli Garden abbiamo preso una cotta per una prestigiosa azienda tedesca, che da più di cent’anni seleziona produzioni di alta qualità nella fredda regione di Holstein, a nord di Amburgo. La ricchezza di forme e colori, la forza e la resistenza alle malattie di queste bellissime rose ha presto conquistato noi e i nostri clienti.
Per questo abbiamo deciso di ‘raccomandarvene’ qualcuna!
Aphrodite: rosa nobile meravigliosa, cespuglio dall’aspetto molto compatto con grandi fiori a forma di coppa e petali con le tonalità della porcellana.
Ascot: una novità tra le rose nostalgiche con portamento eretto e fiori grandi, pieni di petali violetto-porpora dall’intenso profumo.
Augusta Luise: è la rosa da sogno, con fiori dal colore cangiante che va dal rosé all’albicocca, con sfumature a volte tendenti al rosso o al giallo.
Bailando: estremamente forte e sana nel fogliame, questa rosa cespugliosa ha fiori a forma di pon pon di un caldo colore rosa salmone, che si schiudono in grandi bouquet.
Deep Impression: la sua eccezionalità sono i fiori sorprendentemente screziati da pennellate rosse, rosso scuro e rosa chiaro.
Jazz: ancora più particolare, se possibile, il colore cangiante di questa rosa che, nel corso della fioritura, dall’arancio sfuma al giallo anche chiarissimo, passando per i rosa.




16 marzo, 2011

Il GERANIO, la primavera su balconi e terrazzi




Ama la luce e sopporta molto bene anche le alte temperature estive: è per questo che, sin dalle prime giornate di sole di marzo, il geranio diviene il protagonista di terrazzi e balconi.
Rosso, rosa, bianco, lilla e in tante sfumature di colore, questo fiore porta la primavera in ogni angolo della città, regalando grandi soddisfazioni a padrone (e padroni) di casa con il pollice verde.





Nella nostra lezione di giardinaggio n. 3, cominciamo col distinguere le differenti varietà: il geranio zonale e il geranio macranta, dalla struttura arbustiva, sono giusti se vogliamo sistemarli in vasi da poggiare a terra; il geranio edera e il geranio parigino, che crescono in una cascata di fiori verso il basso, sono più adatti a vaschette da disporre su muretti o ringhiere.

Detto questo, non dovremo più fare invece alcuna distinzione per quel riguarda comportamenti o necessità di cura delle piante.

Vaso, terreno e esposizione



Ora…
Prendete la piantina di geranio e, da un vaso del diametro di circa 14 cm, mettetela a dimora in uno da almeno 25 cm.
Per prima cosa, dovrete disporre sul fondo del vaso un ¾ di terriccio *, sistemare la pianta e coprire tutto intorno, avendo cura infine di fare una leggera pressione con le mani.





* Preferite un terriccio universale con ph 6.


Quanto all'esposizione, ricordate che la salute del geranio richiede una postazione molto illuminata.


Acqua

Subito dopo l'invasatura innaffiate e, quando l’acqua sarà stata assorbita, ripetete l’operazione: la doppia annaffiatura è necessaria per far sì che l’acqua riempia inizialmente tutti i micropori della terra.


Continuerete a innaffiare i gerani, ogni qual volta sarà necessario: non c’è termometro migliore per misurare il bisogno di acqua delle piante del sentire con le dita l’umidità o meno della terra!
Ad ogni modo, nei giorni più caldi d’estate, la frequenza può raggiungere anche 1 volta al giorno, mentre con l’arrivo dell’inverno si dirada sino a 15-20 gg.

P.S. Versate sempre l'acqua direttamente sulla terra e non sulle foglie o i fiori.


Concime


Trascorsi 10-12 giorni dall’invasatura, è il momento di concimare!
La scelta tra la forma liquida o granulare del concime dipende esclusivamente dalle vostre abitudini e preferenze, ma è fondamentale rispettare i tempi e le modalità di somministrazione del prodotto: il concime liquido e il granulare a breve cessione va dato ogni circa 10 gg., mentre nel caso del granulare a lunga cessione, la concimazione può avvenire anche a distanza di 3 mesi.

Il concime ideale per il geranio ha una rilevante percentuale di potassio, che stimola un’abbondante fioritura!


In composizione
Una graziosa alternativa al geranio, diciamo così, in solitario è costituita dalla composizione in vaso o vaschetta in compagnia di fiori di bidens e alisso.




Se si ammala...

Il geranio è una pianta forte. Tuttavia, non mancano fastidiosi attacchi d’insetti e funghi.

Le visitatrici indesiderate sono la larva minatrice, che mangia l’interno delle foglie e del gambo, e la moschetta bianca, golosa della vegetazione più tenera.
Entrambe sono da trattare con un insetticida specifico.

Un eccesso di umidità è invece la causa del malbianco: oltre al trattamento con fungicida, è fondamentale la prevenzione attraverso una costante pulizia di foglie e fiori secchi.


Walter Bartoli