24 settembre, 2012

MARMELLATE E CONFETTURE: tutto il dolce della frutta


Da bambina adoravo quell’odore, mi fermavo entusiasta sull’uscio di casa e lo respiravo a pieni polmoni: profumo di frutta e zucchero soltanto, che bollivano pigramente in un pentolone sotto l’occhio vigile della nonna.

Sono cresciuta in campagna, dove tutto è scandito dal ritmo delle stagioni e in casa c’è sempre un gran da fare per conservare al meglio e il più a lungo possibile i frutti della terra, affinché nulla venga sprecato e la loro bontà non manchi in tavola neppure quando non è più tempo. Nascono così le verdure sott’olio, i pomodori secchi e le bottiglie di passata, preparate in agosto e riposte in dispensa per l’inverno. Ed è un’antica astuzie delle brave massaie l’origine di tante deliziose marmellate e confetture di frutta.

In un post di qualche tempo fa, mio marito Sandro e mio figlio Walter hanno presentato un piccolo speciale sugli alberi da frutto. Beh, vorrei offrire anch’io il mio contributo, raccontandovi qualche ricetta di dolci preparazioni che, al momento opportuno, potreste realizzare con i frutti del vostro orto!
Ne ho scelta qualcuna da un vecchio quaderno di cucina (che puntualmente rispolvero non appena ho qualche cassa di frutta matura in casa), ma ricordate che la marmellata si può fare davvero con tutto!! Basta rispettare la giusta proporzione tra zucchero e frutta: tra i 35 e i 50 g al massimo per ogni etto.

Del resto di varietà d’alberi da frutto ce ne sono tantissime. E per chi desidera metter su o arricchire il suo frutteto, in vivaio non c’è che l’imbarazzo della scelta: meli, peri, limoni e aranci, chinotti, alberi di mapo e lime, albicocchi, susini, peschi, ciliegi, cachi, noci, castagni, noccioli e alberi da frutto più particolari come giuggioli, meli cotogni, sorbi, passiflora, susincocchi, nespoli di Germania e tanti altri ancora…

Giuggiolo
Marmellata di agrumi
2 kg di arance, 2 limoni, 3 kg di zucchero

Lavate le arance e i limoni, tagliate la polpa a pezzi e raccogliete i semi in un sacchetto di garza.
Frullate gli agrumi e versate in una pentola d’acciaio con 2 litri di acqua fredda e aggiungete il sacchetto con i semi.
Fate bollire a fuoco medio per 1 ora, mescolando di frequente con un cucchiaio di legno. Quindi abbassate la fiamma e aggiungete lo zucchero, mescolando con cura. Quando lo zucchero sarà ben sciolto, alzate nuovamente la fiamma, portate a ebollizione a lasciate cuocere  altri 20 minuti. Spegnete.
Versate la marmellata fredda nei vasetti a chiusura ermetica sterilizzati. Conservate la marmellata in un luogo fresco e buio, al massimo 6 mesi.

Confettura di cachi
1 kg di cachi ben maturi, 800 g di zucchero, 1 limone, poche gocce d’aroma di vaniglia, 1 bicchierino di rum

Lavate, asciugate il limone e tagliatelo in due: una metà spremetela togliendo i semi, mentre l’altra tagliatela a fettine sottili.
Sbucciate i cachi, eliminate semi e filamenti e tagliateli a pezzi in una terrina, coprendoli con il succo e 3 fettine di limone.
Dopo qualche minuto togliete le fettine di limone e versate il tutto in una pentola che metterete sul fuoco a fiamma moderata, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
Quando la polpa sarà divenuta liquida, unite lo zucchero e continuate la cottura, finché il composto non avrà assunto un colore quasi trasparente. Quindi aggiungete la vaniglia, il rum e fate cuocere altri 10 minuti.
Versate la confettura di cachi ancora calda nei vasetti ermetici sterilizzati e lasciate riposare, al fresco e al buio, per almeno un mese prima di consumarla.

Confettura di castagne
2 kg di castagne belle grosse, 1,5 kg di zucchero, 1 arancia, 1 limone, 1,5  bicchierino di rum, 2 bastoncini di vaniglia

Lavate le castagne e incidete la buccia, quindi fatele bollire per circa 1 ora insieme alla scorza del limone e dell’arancia.
Sbucciatele, pelatele e passatele sino ad ottenere un purè.
Pesate il composto e, in una pentola, sciogliete  un’equivalente quantità di zucchero e 1 bicchiere d’acqua per ogni ½ kg di zucchero. Aggiungete la vaniglia e mescolate continuamente fino a ottenere uno sciroppo denso, nel quale unirete il purè di castagne (eliminando i bastoncini di vaniglia).
Cuocete a fuoco basso per 30 minuti, mescolando spesso, versate il rum e continuate la cottura ancora un po’.
Versate la confettura di catagne ancora calda nei vasetti ermetici sterilizzati e lasciate riposare, al fresco e al buio, per almeno un mese prima di consumarla.

Confettura di fichi interi
1 kg di fichi grossi e maturi, 600 g di zucchero, 1 limone, cognac

Preparate uno sciroppo facendo bollire, a fiamma bassa e mescolando continuamente, lo zucchero in 2 litri d’acqua insieme alla buccia del limone.
Togliete la buccia e immergete delicatamente i fichi interi, ben lavati, nello sciroppo. Fate cuocere sempre a fuoco lento per 15 minuti, mescolando di tanto in tanto e avendo cura di non rompere i fichi.
Versate la confettura nei vasetti ermetici sterilizzati, aggiungendo in ognuno un cucchiaino di cognac. Lasciate raffreddare lentamente, coperti da un panno spesso. Prima di consumarla, abbiate la pazienza di aspettare almeno un mese. Conservate sempre al riparo da luce e calore.

Confettura di pere e noci
1 kg di pere, 100 g di gherigli di noci, 350 g di zucchero, un chiodo di garofano, 1 limone, una bustina di zafferano, un pezzetto di cannella

Lavate e sbucciate le pere, tagliatele a pezzi e mettetele in una terrina con il succo del limone.
In una pentola mettete 2 litri d’acqua, le pere, lo zucchero, la cannella, il chiodo di garofano e lo zafferano. Portate a bollore e lasciate cuocere per 30 minuti, mescolando con il cucchiaio di legno.
Tritate le noci, unitele al composto e fate cuocere altri 10 minuti.



19 settembre, 2012

ULIVO E VITE, sapori e cultura della nostra terra

Un filo d’olio extravergine d’oliva per rendere speciale il gusto d’ogni pietanza e un bicchiere colmo di vino sono, da sempre, il modo migliore per raccontare il nostro Bel Paese, dove il clima mite, la bellezza della natura e un inestimabile tesoro di storia e tradizioni nutrono i più autentici piaceri della vita.

Da buoni agricoltori, ancor prima che fiorai e vivaisti, siamo orgogliosi di accompagnare chiunque lo desideri alla scoperta dell’ulivo e della vite: due piante semplici e popolari, ma tanto preziose per la nostra identità.
Così, tra i filari di alberi da frutto che ospitiamo nella nostra azienda, un posto d’onore spetta a loro!



Le piante d’ulivo disegnano il paesaggio del bacino del Mediterraneo: il tronco è grigio e nodoso, le fronde leggere riempiono la chioma che, negli esemplari secolari, può raggiungere i 12-15 metri di diametro, mentre l’altezza sfiora i 20. Le foglie sottili e lanceolate sono di un caratteristico colore verde scuro sul lato superiore e argenteo sull’altro.
Ama il sole che, più d’ogni altra cosa, nutre la bontà dei suoi frutti: le olive.

Nei poderi di Bartoli Garden crescono ulivi di numerose varietà e taglie: si va da piantine col fusto magro come un dito, che costano appena pochi euro, ad alberi grandi e robusti che hanno raggiunto la piena produttività e il cui prezzo di vendita si aggira intorno ai 250-300 euro, sino ad arrivare a veri e propri esemplari da migliaia di euro.





A chi si approccia alla vita in campagna o semplicemente desidera trasformare il suo giardino in un piccolo uliveto, offriamo la nostra consulenza per la scelta della cultivar più adatta alla collocazione e al terreno. In linea di massima, le cultivar tipiche della nostra zona sono leccino e frantoio, che rendono molto in quantità e qualità, se messe a dimora in un terreno più umido, e la rinomata itrana, amante della montagna e della sua terra piuttosto dura e asciutta.

Oltre alle olive da olio, sanno dare una certa soddisfazione gastronomica anche le olive da tavola: tra le più conosciute ci sono l’ascolana, l’uovo di piccione, la Santa Caterina e la bella di Cerignola. Il nostro consiglio è quello di inserire qualcuna di queste varietà anche un in uliveto destinato alla produzione d’olio, dal momento che svolgono un’importante funzione impollinatrice.

Non ci sarà molto da fare, ma nel caso di trattamenti e concimazioni stileremo insieme un calendario dei lavori per arrivare pronti al momento più atteso: la raccolta.

Si comincia di questi tempi. A fine settembre o, a seconda delle annate, nei mesi d’ottobre e novembre le olive devono essere staccate dall’albero quando sono ancora verdi e perfettamente sane. È questo il disciplinare dell’olio buono, con bassa acidità e un ricco bouquet aromatico.



La molitura deve avvenire il prima possibile, l’ideale è nelle 24 ore successive alla raccolta. Dopo alcuni giorni di decantazione o chiarificazione, si ha così l’olio novello, particolarmente profumato, dal gusto intenso e piccante.

Per conservare al meglio l’olio extravergine d’oliva è necessario proteggerlo da luce, calore, ossigeno e odori: l’ideale è utilizzare bottiglie di vetro scuro o, per grandi quantità, in acciaio inox.

Fino a un anno l’olio è definito ‘giovane’ e, a differenza del vino, è questo il momento migliore per consumarlo. Anno nuovo, olio nuovo.




Anche per ciò che riguarda la viticultura siamo sempre molto felici di offrire consigli e supporto tecnico a chi vuole dedicarvi tempo e amore. In vivaio abbiamo davvero ogni varietà di vite, per uva bianca e rossa, da tavola e da vino. Tutte le barbatelle presenti hanno portainnesti adeguati alla nostra zona e su richiesta effettuiamo soluzioni personalizzate.

Quest’anno la vendemmia può già dirsi conclusa. Tra poco le viti saranno a riposo, ma è questo il periodo giusto per mettere ordine nella vigna, pulendo e sistemando le viti mature e ponendo a dimora le nuove piantine. Prima che venga il freddo, avranno così il tempo di mettere le radici e, al risveglio in primavera, saranno subito pronte per partire con vegetazione e frutti.