Anche se il prato è la parte più
importante di un giardino, spesso finisce per essere la più trascurata perché,
nonostante il grande impegno che ci si dedica, molte volte è proprio quella che
ci riserva le delusioni più grandi: il problema è che si tende ad applicare
tecniche di realizzo o manutentive insufficienti o inadeguate alla gestione del
manto erboso.
Con questo primo post vorremo
inaugurare una rubrica dedicata al prato per cominciare a fare un po' di luce
sulle tecniche agronomiche migliori per la sua gestione. Ovvio che si cercherà
di dare linee guida generali e che poi ogni prato avrà le sue difficoltà, le
sue esigenze e, in una parola, la sua vita.
La sua vita, cominciamo da qui. Il
prato è un organismo vivente e, come tale, ha i suoi alti e bassi, con esigenze
nutritive e idriche diverse, malattie e, perché no, momenti di stress. Potrà
sembrare una banalità quanto scritto, ma troppe volte si parla del prato come
fosse un mattonato, un oggetto statico, un manufatto realizzato a regola d'arte
e destinato a rimanere così per anni… Non è così: il prato è più simile ad un
cucciolo che, se riceve le giuste cure, cresce e prospera.
Le essenze che compongono i prati
si dividono in due grandi famiglie: microterme (prati inglesi) e macroterme
(gramigne).
Andiamo a scoprire di cosa stiamo
parlando.
Le microterme sono essenze che
hanno una capacità vegetativa adatta a climi freddi. Sono in grado di germinare
e crescere in un arco di temperatura compreso tra i 10 e i 27° C circa, hanno
un'ottima resistenza al freddo e non subiscono danni seri neppure se il
termometro dovesse scendere sottozero.
Le macroterme invece sono essenze
più adatte a climi caldi. Richiedono temperature comprese tra i 20 e i 40° C
circa per poter germinare e vegetare, reagiscono al freddo entrando in
dormienza, dando l'impressione di aver di fronte prati secchi che però in
primavera, al rialzarsi delle temperature, torneranno a rinverdirsi. Possono
resistere in condizioni di freddo intenso solo per brevi periodi, diversi a
seconda della specie utilizzata per la realizzazione del prato.
Come procedere dunque?
Per prima cosa occorre decidere
che tipo di essenza costituirà il nostro nuovo prato e questo va stabilito in
base all'esposizione del giardino (considerata anche la presenza di alberature,
siepi e palazzi confinanti), del tipo di terreno e della disponibilità idrica.
La difficoltà più grande sarà
data proprio del nostro clima dolce e temperato: tenete presente infatti che la
lunga fascia climatica del nostro Paese, tranne che per le aree più estreme,
non è l’ideale per nessuna delle due grandi famiglie.
Cosa fare quindi? Si tratta di
scendere a compromessi e, anche in base al budget destinato al giardino, definire
le nostre esigenze e le nostre preferenze. Nei prossimi “capitoli” di questa
miniguida valuteremo i pro e i contro sia delle microterme sia delle macroterme
e analizzeremo le loro necessità per poter vivere al meglio nei nostri
giardini.
Chiudo questa prima parte con una
parentesi importante da dedicare all'impianto d'irrigazione, che da solo gioca
un ruolo decisivo nella buona riuscita di un prato: deve poter erogare acqua in
modo il più possibile uniforme (anche se questo purtroppo non è sempre realizzabile)
e nella fase di progettazione va tenuto nella massima considerazione.
Qui di seguito pubblichiamo alcune immagini dei 'lavori in corso' in questo mese in uno dei giardini curati da Bartoli Garden